domenica 25 agosto 2013

L'Italia non è una cicala, dal 1993 ad oggi ha il saldo primario più grande d'Europa

Da molto tempo su questo piccolo blog cerchiamo di spiegare le vere ragioni della crisi.
Più volte abbiamo ricordato che da anni l'Italia fa immani sacrifici ma che questi sacrifici sono vanificati da una politica monetaria UE assurda e contraria ai nostri interessi. Ora è uscito uno studio interessantissimo di Scenari Politici che dimostra quanto andiamo dicendo. Lo fanno con la fredda precisione dei numeri. Dati inoppugniabili che smentiscono le vuote parole di tanti politici e pessimi economisti (ad esempio Monti).
Cari amici leggete lo studio (servono solo 10 minuti). Altro che flagellarci in nome di una assurda austerità che uccide le nostre imprese per favorire i concorrenti tedeschi.
E' necessario che ci riappropiamo della possibilità di gestire la nostra politica economica!!!!!

Qui pubblichiamo un estratto, ma rimandiamo a Scenari Politici per leggere l'intero studio.

mercoledì 14 agosto 2013

Che tristezza la politica italica.

Sono in montagna e guardo un po' i telegiornali e leggo qualche giornale. Il dibattito prevalente è su temi di scarsissima rilevanza per il futuro del paese. Si legge qualche dato e si dice che la crisi è finita, spesso senza nemmeno sapere a cosa quel dato fa riferimento. In realtà la situazione per l'Italia rimane critica. Ma noi come i "capponi di Renzo" continuiamo a sbranarci su questioni secondarie mentre altri ci portano al macello. Lo ripeto, lo urlo: questa Italia ha bisogno di un Governo coeso che faccia valere le nostre ragioni in Europa. In particolare per cambiare la politica:
  1. della BCE che deve fare Qantitative Easing (Come USA, GB. Giappone e Svizzera)
  2. della UE e della BCE per cambiare la politica del credito (oggi estremamente penalizzante per le banche italiane e causa del terribile credit crunc che soffoca imprese e famiglie)
Tutto il resto sono chiacciere da bar o tentativi dell'una e dell'altra parte di portare qualche voto in più alle prossime, inutili elezioni.

I giochi veri cominceranno dopo le elezioni in Germania e non saranno i nostri "capponi" a condurli. Noi e loro li subiremo.

lunedì 5 agosto 2013

Fotovoltaico: Alla UE c'è un branco di burocrati pazzi (oppure venduti)

Un'altro esempio di autolesionismo Europeo. Mentre gli USA hanno messo dazi del 241% sui pannelli fotovoltaici cinesi, noi accettiamo il dunping cinese e facciamo morire le nostre imprese!
 
Ecco la presa di posizione del Presidente delle imprese fotovoltaiche italiane:

Roma, 5 ago. - (Adnkronos) - A fronte del fallimento di oltre 65 produttori di celle e moduli fotovoltaici in Europa e in Italia nell'ultimo anno e mezzo, l'atteggiamento della Commissione Ue sarebbe "inaccettabile" perché "anziché tutelare l'interesse dall'Unione e degli operatori che la rappresentano, ha manifestato tutto il proprio zelo verso chi, la Cina appunto, è stata capace di ribattere alle accuse e alle evidenze di dumping solamente con lo strumento della minaccia di ritorsioni commerciali''. Così Alessandro Cremonesi, presidente Ifi, il comitato delle Industrie Fotovoltaiche Italiane, commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea della Decisione della Commissione Ue in relazione al procedimento antidumping sulle importazioni di moduli fotovoltaici in silicio cristallino e relative componenti essenziali (celle e wafer) originari o provenienti dalla Repubblica popolare cinese. "Il prezzo offerto dai cinesi e accettato dalla Commissione, pari a 57 eurocents per watt - sottolinea Cremonesi - è quello che l'industria europea sostiene come costo delle materie prime e costi diretti e indiretti per la produzione dei moduli, cui vanno poi aggiunti i costi fissi, quelli di struttura e il trasporto". "In media - prosegue Cremonesi - tali costi aggiuntivi contano per circa altri 9-10 eurocents per watt sul costo del modulo, portando il costo totale dei moduli fabbricati in Europa e Italia a circa 67 eurocents per watt, senza prendere in considerazione alcun margine di profitto. Evidentemente ci troviamo ancora una volta dinnanzi a un prezzo di dumping nei confronti del quale nessun produttore europeo potrà competere''. ''Per quanto riguarda i volumi massimi di esportazione, fissati a 7 Gw/anno - continua Cremonesi - non tengono assolutamente in considerazione della compressione delle stime del mercato europeo, previste per i prossimi anni in forte calo a causa della sopraggiunta eliminazione o riduzione di meccanismi incentivanti, quali quelli venuti meno in Italia, l'abbassamento drastico di quelli tedeschi, l'instabilità di politica di supporto alle rinnovabili dimostrati da numerosi Paesi dell'est europeo. Con un valore massimo di esportazione consentito ai cinesi di 7 GW si finisce per offrire in mano ai cinesi il 100% del mercato europeo''. ''Ciò che più sconcerta l'industria nazionale ed europea di moduli fotovoltaici è -prosegue- che l'offerta di impegno avanzata dai cinesi sia stata esaminata dalla Commissione in un contesto differente rispetto a quello del periodo dell'inchiesta, e quindi legato ad un calo del livello di prezzo e di consumo sul mercato del'Unione." "Non è accettabile - aggiunge Cremonesi - che la Commissione non si sia resa conto che se c'è stato un calo nel livello di prezzi è proprio dovuto al fatto che l'industria europea per non chiudere le proprie fabbriche e mantenere al massimo il livello occupazionale abbia dovuto comprimere i propri margini fino a renderli prossimi allo zero, proprio per cercare di contrastare il dumping cinese e ritagliarsi quote di mercato da sopravvivenza". Per l'Ifi, tanto nella Decisione della Commissione, quanto nel Regolamento Esecutivo che ha istituito dazi provvisori a due aliquote, "la Commissione ha violato alcuni dei profili giuridici riguardanti la legislazione dell'Unione Europea in materia. Anche per questo, continueremo a lottare e a sostenere Eu Pro Sun, che già ha comunicato ufficialmente il ricorso alla Corte di Lussemburgo, per accertare eventuali responsabilità della Commissione a discapito delle nostre industrie''.