venerdì 29 novembre 2013

Papa Francesco: Il denaro deve servire e non governare!


Qui il testo integrale  

ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM
DEL SANTO PADREFRANCESCO


I punti che toccano la finanza:



No alla nuova idolatria del denaro 

55. Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,1-35) ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo.

56. Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone, in modo unilaterale e implacabile, le sue leggi e le sue regole. Inoltre, il debito e i suoi interessi allontanano i Paesi dalle possibilità praticabili della loro economia e i cittadini dal loro reale potere d’acquisto. A tutto ciò si aggiunge una corruzione ramificata e un’evasione fiscale egoista, che hanno assunto dimensioni mondiali. La brama del potere e dell’avere non conosce limiti. In questo sistema, che tende a fagocitare tutto al fine di accrescere i benefici, qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta.

No a un denaro che governa invece di servire

57. Dietro questo atteggiamento si nascondono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’etica si guarda di solito con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se assolutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabile, persino pericoloso, in quanto chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù. L’etica – un’etica non ideologizzata – consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano. In tal senso, esorto gli esperti finanziari e i governanti dei vari Paesi a considerare le parole di un saggio dell’antichità;Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro;».[55]


58. Una riforma finanziaria che non ignori l’etica richiederebbe un vigoroso cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti politici, che esorto ad affrontare questa sfida con determinazione e con lungimiranza, senza ignorare, naturalmente, la specificità di ogni contesto. Il denaro deve servire e non governare! Il Papa ama tutti, ricchi e poveri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ricordare che i ricchi devono aiutare i poveri, rispettarli e promuoverli. Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano.

Personalmente concordo: è necessaria una  profonda riflessione sia sull'economia che sulla finanza. 
A chi si occupa di economia spetta l'onere di rendere concreta l'esortazione del Papa.
In due articoli precedenti ho provato ha trasformare in agire economico ciò che la chiesa dice da 2.000 anni: 

Sono convinto che sia estremamente necessario provare a tradurre in azioni economiche e legislative concrete l'esortazione del Papa, per dimostrare che le sue parole sono veramente realizzabili. 

Zapatero: La Merkel fece pressing su Italia e Spagna per assoggettarli al FMI

(Cannonate ad alzo zero altro che "nuovo mondo e nuove idee come indicato sotto il logo del G20)
La Reuters ha pubblicato alcune anticipazioni del libro di Zapatero nei quali viene fatta la ricostruzione del Summit G20 di Cannes del Novembre 2011. I fatti riportati da Zapatero sono inquietanti e rivelano:

Sorrisi di circostanza mentre lo scontro è in atto

  1. L'uso tattico che alcuni leader europei (Merkel e Sarkozi) insieme ad Obama hanno fatto della crisi dei mercati per porre sotto tutela del FMI grandi paesi come Spagna e Italia
  2. la assoluta mancanza di visione di lungo termine della leaderschip tedesca . La Germania è da troppo tempo tutta orientata ad acquisire vantaggi di breve termine, ma ha smarrito completamente la visione complessiva dello sviluppodi tutta l'Europa.
  3. le ingerenze terribili della Merkel sulla politica interna di paesi amici. 

venerdì 22 novembre 2013

Reggiane: dal passato il futuro dei giovani di Reggio

(Pubblicato su IL Resto del Carlino)

Le gru costruite dalle Reggiane (7000 T. di Portata ciacuna) che equipaggiano la nave officina Micoperi/SAIPEN
La priorità, per quelli della mia generazione, è dare un futuro ai nostri giovani. Creare le opportunità di lavoro perché possano realizzare le loro aspirazioni personali e sociali.  L’occasione della mostra sulle Reggiane, realizzata  in uno dei vecchi padiglioni della storica officina, ci stimola a riflettere sulla nostra storia industriale per cogliere qualche spunto per il futuro della nostra città.
La storia delle Reggiane si è intrecciata per oltre 100 anni con l’evoluzione economica di Reggio. Qui vorremmo evidenziare l’importanza dell’azienda come motore: 
1) di innovazione,
2) di sviluppo dell’imprenditorialità diffusa.
L’innovazione
Negli anni 30 e 40 le Reggiane producevano aerei che, all’epoca, erano all’avanguardia mondiale sia per l’aerodinamica che per la parte motoristica. Nel dopoguerra le Reggiane si specializzarono nella costruzione di grandi impianti quali i dissalatori e le gru portuali. Anche nel campo delle gru, Reggiane raggiunse eccellenze mondiali. Ricordiamo qui le gru porta-container che anche oggi  operano in tutti i porti italiani e che allora vennero esportate persino in Germania, nel grande porto di Amburgo. Eccellenze da guiness dei primati, visto che le gru più grandi del mondo che oggi equipaggiano la nave officina Micoperi/Saipem 7000 sono state interamente progettate e realizzate dalle Reggiane. Negli anni 80, solo il settore progettazione-ricerca-sviluppo  occupava oltre 70 persone. Tutti tecnici e ingegneri di primissimo livello.
Scuola di impresa
I reggiani sono imprenditori nati, ma la voglia di rischiare e di mettersi in gioco non basta, servono conoscenze di prodotti e materiali, capacità di progettazione e di produzione. Nel dopoguerra molti tecnici e operai che avevano appreso nella grande impresa le tecniche per costruire motori e componenti meccaniche, si misero in proprio fondando imprese che poi ebbero successo e su cui si fondò negli anni 60 e 70 il grande sviluppo economico di Reggio.  Alcune di queste aziende e i loro imprenditori/fondatori sono oggi leader a livello nazionale e mondiale e ora occupano nella nostra città migliaia di dipendenti.


Qual è l’insegnamento che si può trarre dalla grande storia delle Reggiane e dall’osmosi tra la grande azienda, le persone e la società civile reggiana?
Lo sviluppo economico è legato alla presenza sul territorio di grandi aziende che lavorano e competono a livello internazionale.
L’innovazione necessita di investimenti importanti. Solo dimensioni significative permettono di mantenere nel tempo uffici studi e progettazione, centri di ricerca precompetitiva e ricerca applicata con decine o centinaia di persone impiegate stabilmente a progettare il nuovo.
Le imprese che occupano centinaia (o migliaia)  di persone di cui una grande percentuale sono tecnici molto preparati creano le basi per una diffusione su ampia scala delle conoscenze tecnologiche e di marketing.

Tutto questo è il terreno in cui nascono gli spin-off aziendali: dipendenti delle grandi imprese che decidono di mettersi in proprio, che a loro volta creano aziende e occupazione. Così nascono i distretti economici che sono la base della ricchezza tipicamente emiliana.
Basta parlare del passato. Reggio ha le potenzialità per guardare al futuro. Abbiamo ottime scuole,  e università e una percentuale elevatissima dei nostri giovani sono diplomati e laureati. Molti di loro hanno partecipato ai programmi Erasmus e Leonado da Vinci ed hanno fatto lunghi soggiorni all’estero. Parlano inglese e conoscono la cultura di altri paesi.  Nell’economia del 2000 le competenze delle persone sono più importanti delle riserve di petrolio o delle miniere di ferro e carbone. Avere giovani aperti al mondo, è la base per sviluppare prodotti e per un marketing di successo.

Cosa deve fare Reggio?
-          Valorizzare le grandi imprese già presenti e attirare qui altre imprese internazionali .
-          Favorire lo sviluppo e l’insediamento di imprese ad alto valore aggiunto che desiderino collocare a Reggio il loro “cervello”, i centri di ricerca e sviluppo, gli uffici marketing, i sistemi informativi.

Come farlo:
-          Sviluppando una “cultura” amica delle imprese, con zero burocrazia, con incentivi concreti per l’insediamento di nuove imprese o l’ampliamento di quelle esistenti, con piani regolatori incentivanti, con un sistema del credito che favorisca chi si radica sul territorio, con le parti sociali che collaborino per aumentare in tutti i modi la produttività dell’intero sistema.

Dobbiamo lavorare per mantenere qui i nostri giovani, le loro competenze e la loro voglia di innovare. Questa è la sfida. L’obiettivo è realizzare a Reggio “5 Nuove Reggiane” e dar vita a 5 nuovi distretti e 200 piccole imprese.

Per farlo però bisognerà osare.

(continua)

La nave Officina Saipen 7000 con le due Gru da 7000 t. ciascuna,
realizzate da Officine Reggiane


NOTA PERSONALE: al termine dell'articolo sul Resto del Carlino vengo definito "Economista". E' un refuso, io avevo chiesto semplicemente di essere citato come curatore delBlog "CREARE SVILUPPO". Non sono un economista nè intendo in alcun modo darlo a pensare, fra l'altro non amo la categoria degli economisti ufficiali che spesso hanno cavalcato teorie errate e del tutto contrarie alla maggioranza delle imprese e dei cittadini italiani. Il mio profilo è quello che appare sulla sinistra del blog e il mio CV ufficiale si trova su Linkedin. 

Bisogna ascoltare le donne che fanno impresa: passione per il lavoro e rabbia per un sistema che non aiuta

Ho incontrato una imprenditrice vera, appassionata del suo lavoro e appassionata dell'Italia, innamorata della sua squadra/azienda e con tante esperienze nel sociale e a livello associativo. Mi ha trasmesso tutta la capacità unica degli italiani per fare impresa, ma anche tutta la rabbia che nutre chi lavora veramente verso un sistema italia che, non solo non capisce, ma fa di tutto per ostacolare chi crea occupazione e reddito.
 Alla fine l'idea complessiva scaturita dalle sue parole è semplice:  fra poco questo sistema politico istituzionale sarà spazzato via!
Perchè la crisi è durissima e ogni giorno ci sono imprese che muoiono e nuovi disoccupati.
Attenti cari politici di professione (compresi quelli nelle associazioni di categoria) a forza di non ascoltare chi lavora si rischia un cambiamento epocale.

martedì 19 novembre 2013

Per anni Il debito della Germania e della Francia è cresciuto molto più di quello Italiano, quello della GB è esploso, eppure i loro tassi di interesse non sono aumentati: ecco il perchè!

Ripubblico l'articolo scritto esattamente un anno fa. Sostanzialemente non è cambiato nulla. Se i nostri media mettessero i numeri (anche aggiornandoli)  capiremmo che bisogna cambiare politica, non fare qualche nuova tassa e qualche piccolo aggiustamento.

(Pubblicato la prima volta il 26 Novembre 2012)

Il Debito della Germania e della Francia è cresciuto molto più di quello Italiano, quello della GB è esploso, eppure i loro tassi di interesse non sono aumentati: ecco il perchè!



Ancora una serie di dati oggettivi per ragionare: abbiamo importato alcuni dati da Eurostat per evidenziare l'andamento del debito in alcuni paesi UE. Le sorprese sono moltissime. Analizziamo le cifre:
La Germania nel 1995 aveva un debito pari al 55,6% del PIL (sotto il famoso parametro di Mastrict del 60%). Già nel 2007 (prima della grande crisi) il suo debito era cresciuto al 65,2% e nel 2011 è arrivato a 80,5. Un aumento del 44,2% in 16 anni. 

La Francia ha aumentato il proprio debito del 54,9% in 16 anni (vedi dati in tabella). E quelle cicale spendaccione dell'Italia. Sorpresa il nostro debito è stabile (-0,2%) e addirittura nel 2007 era a 103,3  -17% rispetto al 1995.  Incredibile vero, se andiamo a vedere il debito dell'Italia negli ultimi 16 anni vediamo che è stabile e addirittura che prima della crisi mondiale "subprime" stava calando mentre il debito di Germania e Francia stava salendo anche prima della crisi.

Nel Grafico sotto potete vedere il tasso di Interesse dei paesi UE. Qui si racchiude il nocciolo del problema. L'Italia sul suo debito paga oltre il 5%  la Germania è attorno all'1%. Ora in economia contano i trend, e i tassi di interesse scontano il futuro, ebbene normalmente avremmo dovuto avere un aumento dei tassi in Germania, visto che il trend è negativo (il loro debito è fortemente aumentato) e una sostanziale stabilità dei tassi Italiani (rispetto al 1995) ma non è stato così. I nostri si sono impennati, quelli tedeschi sono stabili o in riduzione.
Ma è ancora più incredibile la dinamica dei tassi Inglesi, come vedete il debito publico GB è esploso, raddoppiando dal 2007 ad oggi. Ma il costo del suo debito è rimasto bassisimo. Apparentemente incredibile? La spegazione è invece semplicissima: La Boe stampa moneta, in altre parole la Bank Of England interviene sul mercato comprando i bond emessi dal governo inglese. Questo ha permesso alla GB di mantenere stabile o addirittura ridurre il costo del debito. La BCE non può farlo per statuto! Così noi corriamo irreversibilmente verso il Baratro!


I mercati attaccano il paese che non ha difese. La BCE è il nostro esercito, l'Italia è sotto attacco, ma il nostro esercito sta a Francoforte e si guarda bene dell'intervenire e così alle grandi banche d'affari internazionali non pare vero di depredare l'Italia. Se questa vi pare una unione?

(Un piccolo addendum scitto oggi) E' evidente che oggi i grafici andrebbero aggiornati e che il debito pubblico italano in proporzione al PIL è aumentato molto arrivando al 133% del PIL. Ma questo non fa che confermare a posteriori quanto da noi affermato, perchè se con maggiori tasse. se con una grande austerity, se con un saldo primario attivo, l'Italia peggiora, è evidente che la politica applicata è stata sbagliatissima e che continuarla ad applicare ucciderà il paziente. Il problema numero uno sono i tassi di interesse e il costo del debito e per risolverlo è necessaria una Banca Centrale che possa intervenire sui mercati in maniera uguale a ciò che fa la FED la BOE e la Banca del Giappone. Tutto il resto sono chiacchiere di retroguardia.

venerdì 15 novembre 2013

Mosler: video dell'audizione alla Commissione Finanza.

Mosler, ieri, ha avuto una audizione alla Commissione Finanze della Camera.  L'audizione rende evidente il pressapochismo dei politici Italiani: (qui il link alla versione integrale)L'audizione era stata mal preparata, gli onorevoli si aspettavano un discorso, Mosler si aspettava domande, le domande erano da pressapochisti (tranne alcuni casi) e si capiva dalla deconcentrazione dei deputati presenti che continuavano a smanettare sui loro IPHONE come degli adolescenti, che l'interesse era molto ridotto. In più c'era una traduzione pessima,(anche qui si capisce che l'interprete non aveva studiato il micro linguaggio della finanza)veramente pessima, che faceva apparire Mosler come un sempliciotto venuto lì ad illustrare teorie da sognatore. E' evidente che serviva molto più tempo, erano necessari numeri e grafici di supporto che potessero dimostrare quanto Mosler diceva e soprattutto, era necessaria da parte dei deputati presenti, una preparazione approfondita. Chi vuole guardi il video e si renderà conto del motivo vero per cui l'Italia dal punto di visata finanziario verrà sempre depredata. Chi sta in parlamento è spesso (qualche eccezione esiste) un pressapochista con poca o nulla preparazione sulle materie su cui si trova a legiferare. Che tristezza.

giovedì 14 novembre 2013

Mosler su RAI 3: è la politica economica della UE la colpevole della crisi.

Mosler finalmente viene richiamato in TV

Questo è il link al video http://www.youtube.com/watch?v=ic6eDmeENLU

Ovviamente Il commentatore ha fatto un sacco di inesattezze. Mosler non è un professore universitario è un grande gestore di fondi edge. Per intenderci, è uno che nella sua vita ha sempre guadagnato, e il fatto che ha sempre guadagnato è la prova che capisce l'economia, perchè non si guadagnano migliardi di dollari con continuità per anni se non si capisce l'economia. Poi con una parte dei soldi guadagnati ha fondato un dipartimento universitario che studia l'economia. Ma questo non importa, e non importano nemmeno le domande banali e quasi stupide del commentatore. La cosa importante è che finalmente si cominci a parlare anche sui media del vero problema: la crisi dipende dall'enorme errore del trattato di Maastricht e dai vincoli assurdi della UE.

LENR: l'Italia perde l'ennesima occasione.



Foto del reattore incandescente
sperimentato da Rossi
Riporto sotto la frase apparsa sul Blog "COBRAF" a firma Cures (nickname che cela uno dei pochi testimoni degli esperimenti di Andrea Rossi sulla cosiddetta fusione fredda o LENR).
Pura saggezza, ma in Italia le cose sagge sono troppo normali per essere prese in considerazione.




"Certo che è significativo che i quattro gatti che lavorano sulle LERN in italia (rigorosamente minuscolo) si trovino al vertice dei risultati mondiali e, invece di avere un sistema-paese che li sostenga sulla base dei risultati, vengano invece spernacchiati e offesi o usati come clava accademica per bastonare gli avversari
L’importanza strategica dell’argomento è talmente elevata che il gioco lo devi andare a vedere per forza prima di cassare il tutto come una bufala. Cosa che fanno in altri lidi enti pubblici e grosse ditte private. A certe ditte basterebbe risparmiare sul caffè del bar interno per trovare fondi più che sufficienti a finanziare tale linea di ricerca."


Il Prof. Celani al convegno della National Instruments sulle LENR

martedì 12 novembre 2013

Una spiegazione semplice per comprendere l'uso della moneta e del credito.

Personalmente non sono contro l'Euro e tantomeno contro la UE, anzi. Però Euro e UE devono essere utili all'Italia e agli Italiani. Per questo le politiche economiche della UE devono essere profondamente modificate, cambiando lo statuto della BCE e le regole assurde di Maastricht.

Altrimenti succederà un disastro.

Ecco qui un link con una spiegazione semplificata


sabato 9 novembre 2013

Un'altra tassa: e in Francia scoppia la rivolta.


 
In Francia scoppiano rivolte violentissime contro nuove tasse. La politica di austerità sta portando la popolazione europea al limite della sopportazione