venerdì 22 luglio 2016

La distruzione della "classe media" e la concentrazione del reddito negli USA

Oggi tutti i media demonizzano Trump, dimenticando cosa spinge una parte dell'elettorato USA a sostenere le sue tesi. Uno dei tanti elementi da considerare è la continua distruzione della classe media a favore di una assurda concentrazione della ricchezza.
Questo è il problema, questa è la vera causa, o almeno una delle vere cause. Trump ne è solo la conseguenza. Va eliminata la causa e Trump sarà sconfitto.


su LTEconomy l'intero articolo, di cui qui mettiamo uno stralcio molto interessante sulla crescita della concentrazione della ricchezza negli USA

La disuguaglianza di ‘reddito’ nei Paesi ricchi

Cominciamo con alcuni Paesi ricchi. L'esempio più chiaro viene dagli Stati Uniti d'America. La seguente figura indica la quota di reddito nazionale detenuta dal 10% più ricco della popolazione degli Stati Uniti nel periodo 1910-2013. Ebbene, in base ai dati del The World Top Income Database, il decile più ricco della popolazione statunitense deteneva fino al 45-50 per cento del reddito nazionale nel periodo 1910-1920; la quota è poi scesa intorno al 30-35 per cento entro la fine del 1940, stabilizzandosi a quel livello tra il 1950 e il 1970. Successivamente si è avuto un rapido aumento della disuguaglianza negli anni “80, e la quota di reddito nazionale detenuta dal 10% più ricco della popolazione è cresciuta al 45-50 per cento entro il 2000. L'entità del cambiamento è impressionante.

Fonte: LTEconomy, elaborazione su dati del ‘The World Top Income Database’

Secondo Thomas Piketty (2014), questo spettacolare aumento della disparità di reddito è il risultato in gran parte di una ‘separazione delle retribuzioni dei top manager’ delle grandi imprese dalle retribuzioni del resto della popolazione. L’effetto separazione potrebbe essere in parte spiegato da un aumento improvviso delle competenze e della produttività dei manager rispetto al resto della popolazione. Ma, secondo Piketty, la spiegazione più plausibile è da attribuire all’aumentato potere che hanno i manager nello stabilire i propri compensi, in alcuni casi senza limiti e, in molti casi, senza alcuna chiara connessione con i loro livelli di produttività e le loro performance. Questo è un fenomeno che ha principalmente riguardato gli Stati Uniti e, in misura minore, la Gran Bretagna. La tendenza è meno marcata in altri Paesi ricchi (come Giappone, Germania, Francia e altri Stati Europei continentali), ma va comunque nella stessa direzione.

La distruzione della "classe media" e la concentrazione della ricchezza negli USA

Oggi tutti i media demonizzano Trump, dimenticando cosa spinge una parte dell'elettorato USA  a sostenere le sue tesi. Uno dei tanti elementi da considerare è la continua distruzione della classe media a favore di una assurda concentrazione della ricchezza. 
Questo è il problema, questa è la vera causa, o almeno una delle vere cause.  Trump ne è solo la conseguenza.  Va eliminata la causa e Trump sarà sconfitto.


su LTEconomy l'intero articolo, di cui qui mettiamo uno stralcio molto interessante sulla crescita della concentrazione della ricchezza negli USA

La disuguaglianza di ‘reddito’ nei Paesi ricchi
Cominciamo con alcuni Paesi ricchi. L'esempio più chiaro viene dagli Stati Uniti d'America. La seguente figura indica la quota di reddito nazionale detenuta dal 10% più ricco della popolazione degli Stati Uniti nel periodo 1910-2013. Ebbene, in base ai dati del The World Top Income Database, il decile più ricco della popolazione statunitense deteneva fino al 45-50 per cento del reddito nazionale nel periodo 1910-1920; la quota è poi scesa intorno al 30-35 per cento entro la fine del 1940, stabilizzandosi a quel livello tra il 1950 e il 1970. Successivamente si è avuto un rapido aumento della disuguaglianza negli anni “80, e la quota di reddito nazionale detenuta dal 10% più ricco della popolazione è cresciuta al 45-50 per cento entro il 2000. L'entità del cambiamento è impressionante.

Fonte: LTEconomy, elaborazione su dati del ‘The World Top Income Database’

Secondo Thomas Piketty (2014), questo spettacolare aumento della disparità di reddito è il risultato in gran parte di una ‘separazione delle retribuzioni dei top manager’ delle grandi imprese dalle retribuzioni del resto della popolazione. L’effetto separazione potrebbe essere in parte spiegato da un aumento improvviso delle competenze e della produttività dei manager rispetto al resto della popolazione. Ma, secondo Piketty, la spiegazione più plausibile è da attribuire all’aumentato potere che hanno i manager nello stabilire i propri compensi, in alcuni casi senza limiti e, in molti casi, senza alcuna chiara connessione con i loro livelli di produttività e le loro performance. Questo è un fenomeno che ha principalmente riguardato gli Stati Uniti e, in misura minore, la Gran Bretagna. La tendenza è meno marcata in altri Paesi ricchi (come Giappone, Germania, Francia e altri Stati Europei continentali), ma va comunque nella stessa direzione.


lunedì 4 luglio 2016

Banche: l’autogoal di banchieri e industriali. Che fare ora!

Chissà se il gotha degli industriali e dei banchieri italiani stanno finalmente comprendendo cosa è la UE a guida tedesca, cosa è l’unione bancaria e a cosa serve il Bail In.
Visto che i discorsi saggi di chi metteva sull'avviso non sono mai stati ascoltati e sui principali media italiani si è dato voce solo a chi magnificava tutto quanto proveniva da Bruxelles, forse ora, più dei discorsi, i banchieri italiani comprenderanno la realtà dei numeri, comprenderanno l’azzeramento del valore delle banche Italiane, (e quindi dei loro portafogli) .

Forse però questo non è ancora sufficiente e comprenderanno l’errore quando sarà troppo tardi e le principali banche del paese saranno tolte dalla proprietà dei vecchi azionisti e delle Fondazioni Bancarie e parcheggiate in qualche fondo del Dubai che poi, dopo qualche hanno li girerà ai compratori definitivi (probabilmente tedeschi) ad un prezzo concordato.

In Emilia sono molti a piangere mentre vedono i loro patrimoni azzerarsi: molte famiglie hanno storicamente azioni di Unicredito e delle Banche Popolari, per non parlare delle Fondazioni Bancarie come la  Manodori che ha dimezzato il patrimonio in soli sei mesi dopo uno stillicidio di perdite patrimoniali rilevantissime.  (come sotto indicato le 4 banche principali hanno perso oltre il 60% del loro valore dall'entrata in vigore del Bail In. )


Dopo l'entrata in vigore del Bail In le 4 banche più importanti del paese hanno perso 46 Miliardi di valore. passando da 97 MLD a 41MLD di Euro. 
Il salvataggio delle 4 banchette da fallite a Novembre sarebbe costato si è no 1 MLD . I risparmi degli Italiani si stanno volatilizzando. Questo è il Bail IN. (Elaborazione propria su dati Borsa Italiana)

La prima cosa da fare è politica: comprendere che questa UE non fa il bene del nostro paese.  Non lo ha mai fatto per chi è debole socialmente, non lo ha fatto per la classe media e ora non lo fa per i grandi imprenditori e per le Fondazioni Bancarie. L’austerity imposta è un errore economico  in assoluto, ma lo è ancora di più per un sistema come quello Italiano fatto in gran parte di PMI e di imprese storicamente sottocapitalizzate e dipendenti dal credito bancario.  Ma ora c’è una emergenza concreta. Il sistema bancario italiano è sotto attacco.

Che fare ora per salvare le banche:

  1. Sospendere il Bail In: inapplicabile (come qui più volte detto) quando è un intero sistema ad essere a rischio perché viene a mancare la fiducia dei cittadini/clienti
  2. Costituire immediatamente una Bad Bank con garanzie pubblica per acquisire parte delle sofferenze bancarie (quelle dovute alla crisi e causate dai dissesti delle imprese e dal calo del valore degli immobili e non agli errori dei banchieri) come già fatto dalla Germania nel 2008 (vedasi link a Soffin). Questo permetterebbe di riacquistare fiducia, e riavvierebbe il ciclo del credito a imprese e famiglie. Inoltre la speculazione al ribasso, una volta vista la determinazione ad agire cesserebbe.
  3. Evitare in questo momento gli aumenti di capitale che non risolverebbero nulla come dimostrato dagli  esempi eclatanti di Unicredit (2 aumenti di capitale) e BMPS (2 aumenti per ben 8 MLD)e che avrebbero il solo risultato di distruggere attualmente l’attuale propietà (in gran parte fondazioni Bancarie dei cittadini italiani) e portare la propietà dei nostri risparmi in mano a finanziarie straniere.

Se per farlo bisogna minacciare la UE di denunciare unilateralmente il  “Bail In” questo è il momento di farlo! 

Vi sono poi altri importanti azionisti con quote inferiori al 2% Come Fondazione Manodori che ad oggi possiede 19,6 Mln di azioni e il cui patrimonio si sta polverizzando, insieme a quello di molte famiglie (anche di industriali molto importanti) che stanno azzerando il loro patrimonio.  (Fonte il Sole 24 ORE)